martedì 21 gennaio 2014

Non possiamo più attendere!



Siamo preoccupate per le modalità e i toni con cui si sta affrontando  il tema della riforma della legge elettorale, e ci pare che la discussione sia più incentrata sui vantaggi che le singole forze politiche trarrebbero nell’immediato dall’adozione di questo o quel sistema elettorale, più  che dal  reale interesse per il bene comune del Paese e dalla determinazione di scrivere regole che restituiscano  ai cittadini e alle cittadine un vero potere di scelta.
Un segnale chiaro  dell’insufficiente  ascolto è la scarsa attenzione al tema della democrazia paritaria,  da parte di quasi tutte le forze politiche
L’ “Accordo di azione comune per la democrazia paritaria”, sottoscritto da oltre 50 Associazioni , e che da anni  chiede di introdurre nelle disposizioni elettorali, norme di garanzia che favoriscano la elezione delle donne, indipendentemente dal sistema elettorale di riferimento sottolinea che:
Se nel nuovo Parlamento ci sono più donne tra gli eletti, ciò non è avvenuto grazie alla legge, ma malgrado la legge, per le scelte di alcune formazioni politiche di scegliere le candidature attraverso elezioni primarie, con l’uso della doppia preferenza, o designazioni on line. La presenza di un maggior numero di elette ha influito sull’agenda del Parlamento e ha accresciuto l’attenzione sui problemi drammatici di cui oggi sono vittime le donne nel nostro paese: la disoccupazione, la precarietà, la disparità salariale, i licenziamenti per matrimonio o maternità, la mancanza di servizi per la famiglia, la violenza, il femminicidio, la distorsione dell’immagine femminile. Anche per questo riteniamo indispensabile assicurare la presenza paritaria delle donne in Parlamento.” 
Siamo determinate a pretendere che nella legge siano indicate  precise azioni per  assicurare, quale che sia il sistema elettorale prescelto, norme che garantiscano una presenza paritaria delle donne .
Chiediamo a tutte le forze politiche un’ assunzione di responsabilità per rendere finalmente compiuto il nostro sistema rappresentativo.
Si tratta di una “emergenza”  democratica : va trattata come tale.
In caso contrario sarà  una sconfitta che pagherà  tutto il Paese, non solo le donne!
                        SE NON ORA QUANDO?

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