Commissione pari opportunità,Cgil e Snoq
schierati contro le modelle in centro oggi pomeriggio
La scomunica al fashon
day, la manifestazione con le sfilate–di giovani (in prevalenza ragazze)–
e
performance nelle vetrine, in programma oggi 23 Marzo a partire dalle 16 in città, arriva dalla
commissione pari opportunità del Comune, presieduta da Giulia Bevilacqua. «Non
crediamo
che la promozione di città e imprese – commenta la commissaria Anna
Pagliaro - debba
passare attraverso iniziative che sfruttano l’immagine
femminile. Iniziative che ci rendono una
provincia reietta e arretrata». Alla
contrarietà si aggiunge«la meraviglia per il fatto che questa associazione
sia partecipata da istituzioni, in primis dal Comune che l’8 marzo ha ricordato le
donne vittime di violenza».
Il problema «è di tipo culturale – aggiunge
Bevilacqua -di una mentalità maschile-centrica che
abusa dell’immagine del
corpoFemminile. Le istituzioni hanno il compito di prevenire questa
cultura».
Mai come in questo caso le donne fanno squadra. Trattandosi di un’iniziativa
commerciale,
analizza la segretaria della Cgil, Giuliana Pigozzo «ci si aspetta
messaggi che rispettino la
dignità delle donne e garantiscano le pari
opportunità. Che non significa sicuramente esporre
anche gli uomini». Senza
tralasciare che «l’iniziativa vede sorprendentemente tra i promotori il Comune».
Pigozzo chiarisce: «Non ci sono preconcetti sulle sfilate,ma la
professionalità e la competenza
dovrebbero consentire di trovare soluzioni
diverse dal sostituire i manichini con le persone».
Al posto della pubblicità
«sarebbero sicuramente preferibili prezzi più bassi e migliori condizioni».
Interviene
anche il comitato Se non ora quando con Sonia Sfreddo. «In una città che si
vanta
delle proprie associazioni culturali e delle proprie capacità professionali –dice- ci voleva un
nuovo soggetto come Sviluppo e territorio per fare questa azione di marketing“d’avanguardia”
già da tempo archiviata in città più evolute in Italia e in Europa. Forse non c’è in gioco
solo l’immagine delledonne, ma l’immagine della città che retrocede ad arretrata provincia
di un paese giàretrocesso».
nuovo soggetto come Sviluppo e territorio per fare questa azione di marketing“d’avanguardia”
già da tempo archiviata in città più evolute in Italia e in Europa. Forse non c’è in gioco
solo l’immagine delledonne, ma l’immagine della città che retrocede ad arretrata provincia
di un paese giàretrocesso».
Martina Milia dal Messaggero veneto
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