COMUNICATO STAMPA: IL CDA del Verdi
Questa non è un territorio per le donne!
E’ l’unica amara constatazione delle aderenti al movimento
SE NON ORA QUANDO di fronte alla nomina del nuovo CDA del teatro Verdi di
Pordenone. Alla guida del Verdi, Giovanni Lessio e nel
nuovo cda il giornalista ex presidente dell’associazione
culturale Thesis Nico Nanni (nominato dal Comune di Pordenone, uscente Mario
Puiatti); l’assessore provinciale Michele Boria (per la Provincia di Pordenone,
uscente Lorenzo Cella); il sovrintendente del Teatro Verdi di Trieste Claudio
Orazi (per il Teatro Verdi di Trieste; uscente Fulvio Lizzul); Mario Puiatti
(per la Regione;
uscente Romanina Santin).
Ci si sono messi in tre: Sindaco, Presidente della Provincia
e Presidente della Regione per disattendere un Decreto presidenziale che
prevede gli equilibri di genere nelle nomine, attuando in certi casi un
balletto sospetto di incroci di cariche ai soliti noti.
E’ possibile che non cambi niente in favore della parità di
rappresentanza nemmeno quando ci sono norme che la tutelano? O forse i
risultati delle ultime elezioni che hanno visto aumentare la presenza femminile
nelle istituzioni sono considerate “contentino” bastevole a tacitare ogni altra
pretesa di equilibrio fra i generi?
Ricordiamo qui di seguito cosa prevedono le norme
vigenti, riservandoci di procedere con esposti a chi di dovere, se la
situazione non verrà rapidamente sanata.
IlDecreto del Presidente della Repubblica n. 251 del 30 novembre
2012, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 28 gennaio 2013, in ottemperanza a
quanto previsto dall’articolo 3 della legge 12 luglio 2011, n. 120,
stabilisce i termini e le modalità di attuazione della disciplina
concernente la parità di accesso agli organi di amministrazione e di controllo
delle società, costituite in Italia, controllate ai sensi dell’articolo 2359
codice civile dalle pubbliche amministrazioni:
le società costituite in Italia non quotate
controllate ai sensi dell’articolo 2359 (primo e secondo comma) del codice
civile da pubbliche amministrazioni dovranno prevedere nei propri statuti che la
nomina degli organi di amministrazione e di controllo sia effettuata secondo
modalità tali da garantire che il genere meno rappresentato ottenga almeno un
terzo di ciascun organo sociale (articolo 2 DPR. 251/2012);
il criterio delle c.d "quote" si
applica solo per
tre mandati consecutivi a partire dal primo rinnovo successivo
alla data di entrata in vigore del menzionato DPR 251/2012 (12 febbraio
2013) e che per il primo mandato la quota riservata al genere meno
rappresentato è pari ad almeno un quinto ( 20%) del numero dei componenti
dell’organo (articolo 3 DPR 251/2012), mentre per i successivi mandati la quota
da riservare al genere meno rappresentato è pari ad un terzo (33%);
qualora venga accertato il mancato
rispetto della quota, il Presidente del Consiglio dei Ministri o il Ministro
delegato per le pari opportunità diffida la società a ripristinare
l’equilibrio tra i generi entro 60 giorni e in caso di inottemperanza alla
diffida è fissato un ulteriore termine di 60 giorni decorso il quale, ove la
società non provveda ad adeguarsi, i componenti dell’organo
decadono.
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