lunedì 3 dicembre 2012

report della riunione del 17 novembre scorso a Roma.

 

Riunione del CP e dei Comitati in data 17 novembre 2012
Presenti, oltre alla gran parte delle componenti del CP, i seguenti Comitati (in ordine di iscrizione per gli  interventi) :
Cagliari,  Firenze, Roma, Venezia, Cremona (che rappresenta anche Mantova e Lodi), 13 febbraio Ancona, Genova, Laurìa, Torino, Siena,Bolzano/ Es ist zeit, Pulsano, Osimo, Cerveteri, Napoli, per un totale di 15 comitati presenti. Presente altresì Arcilesbica.
Odg:
- Analisi della fase attuale per una proposta politica di Se non ora quando?
- Organizzazione
Presiedono: Guido, Addis, Anselmo, Rizzitelli.
Inizio dei lavori ore 11,30
Cinzia Guido, CP.
In apertura, illustra il significato dell’incontro. Sottolinea l’importanza di una riflessione comune nell’ambito delle relazioni esistenti tra CP e Comitati per l’elaborazione di una posizione condivisa. Il lungo tempo trascorso dall’ultimo incontro del 18 marzo è stato determinato dalle impegnative attività su tutto il territorio nazionale e dalle difficoltà oggettive derivanti dalla penuria di risorse e mezzi.
A tal fine evidenzia che ancora persistono difficoltà nelle comunicazioni.
Sottolinea l’importanza e la ricchezza degli incontri nazionali sui temi del lavoro (Bologna), della rappresentanza (Milano), della legalità (Gerace), della rappresentazione (Merano) della violenza (Torino), eventi che pongono le donne al centro del processo di rinnovamento.
Afferma che le azioni del movimento hanno dato risultati importanti: la riforma sulla doppia preferenza nelle elezioni per gli enti locali, le spinte di riforma delle legislazioni regionali, la capacità di dare resoconti dettagliati e tempestivi sui lavori parlamentari, quale stimolo a far valere le responsabilità politiche di chi siede in Parlamento.
L’appello SNOQ “Mai più complici” contro la violenza nei confronti delle donne ha inciso fortemente, dando pregnanza al termine Femminicidio, che è entrato nel linguaggio diffuso.
Si è posto l’accento sul carattere discriminatorio del fenomeno e sulla negazione della libertà, sottraendolo dalle pagine della cronaca nera. La sensibilizzazione sul piano culturale operata da Se non ora Quando? ha prodotto cambiamenti e presa di coscienza anche nel giornalismo.
Gli eventi di Merano e Torino sono stati un grande successo perchè si è dato spazio a voci diverse, si è raggiunto un alto livello dei contenuti e si è sperimentata la partecipazione da parte delle istituzioni e di molti uomini. Questi ultimi hanno accettato di entrare nel nostro campo di analisi e farsi carico del problema.
Le riprese dell’evento di Torino saranno a disposizione di tutti i Comitati.
Analizza in ultimo la delicatezza e complessità della nuova fase politica e l’esigenza delle donne di essere e contare, anche per scongiurare rischi di ricadute indietro, come ad esempio sulla riforma elettorale o sul welfare. Evidenzia la necessità di una risposta alta e che, per tale ragione, il CP non ha presentato un documento per lasciare spazio all’ascolto reciproco.
Patrizia Littera, Comitato di Cagliari.
Evidenzia l’attesa del proprio Comitato ad istituzionalizzarsi, nonchè le difficoltà riscontrate nelle comunicazioni, aggravate dall’insularità e dal senso di isolamento geografico. Sottolinea l’importanza di convocazioni con congruo anticipo, per consentire di organizzarsi.
Richiama l’importanza delle campagne nazionali promosse dal CP che danno slancio alle iniziative sui territori, come - nel caso di Cagliari - la Rassegna cinematografica sul tema della violenza che si concluderà il 28 nov. con la partecipazione di Michela Murgia.
Pone il fatto che la necessità di sentirsi entro un gruppo coeso può trovare risposta nella creazione di gruppi partecipati dai Comitati che lavorano sui singoli temi, secondo criteri di distribuzione del lavoro e progettazione. Invita le donne del movimento a “venire” a Cagliari.
Anna Maria Romano, Comitato di Firenze.
Ricorda che lo scopo dell’odierno incontro è il confronto tra CP e Comitati in ordine alla verifica del nostro percorso.
Non nasconde una certa difficoltà rispetto agli impegni presi il 18 marzo e non ancora attuati che scaturivano dall’esigenza organizzativa. Sottolinea che l’organizzazione è merito e che i comitati hanno trovato un ruolo che deve essere riconosciuto all’interno di un percorso generale. Vi è una vivace discussione all’interno dei comitati sulle linee fondamentali e sul significato di una politica “nobile”.
I comitati toscani hanno presentato alla Conferenza dei Comuni la Carta d’Intenti che sarà adottata da tutti i Comuni toscani.
Risulta importante recuperare il bisogno di partecipazione e in questa prospettiva il metodo coincide esattamente con il merito.
Gabriella Bianchini, Comitato di Roma
Desidera richiamare l’attenzione delle donne sulla reale situazione italiana. Ritiene necessario creare un partito politico aperto agli uomini che sia promosso dalle donne.
Secondo B. il maggior problema che affligge il paese è il debito pubblico e a secondo di come verrà risolto saremo in Europa o in Africa. Le donne dunque debbono organizzarsi e prevedere il futuro delle prossime generazioni, visto che i giovani fuggono dall’Italia.
Nessuna forza politica affronta apertamente il problema del debito pubblico. In realtà la soluzione alla quale ricorrerà chi andrà al governo è già nel cassetto ed è il cd progetto Monorchio Alesina in base al quale il debito pubblico si potrà risolvere una tantum con un prelievo del 10% su tutti gli averi dei cittadini. Chi non ha liquidità dovrà ricorrere alle strutture bancarie. Di questo è bene che le donne abbiano consapevolezza, per decidere le proprie azioni.
Simonetta Luciani, Comitato di Venezia.
Premette che il Comitato non esprime ancora una posizione precisa e si limita a descrivere le attività in corso. In seguito all’appello Mai più complici si sta operando una divulgazione e sensibilizzazione dei contenuti con flash mob di denuncia dei femminicidi. Appare comunque prioritario il coinvolgimento degli uomini.
Sulla rappresentanza si sta operando una stretta relazione tra comitati veneti che sfocia nel coordinamento Triveneto.
Evidenzia poi le perplessità e preoccupazioni del Comitato sulla recente legge regionale del Veneto che di fatto ha aperto  i consultori ai Movimenti per la vita ponendo in ulteriore difficoltà l’applicazione della L. 194.  In Veneto si è assistito ad un’azione di mediazione del PD incentrata sui valori etici, che permea tutti gli interventi sul welfare.
Sottolinea che la Conferenza delle donne del PD regionale non sostiene la Puppato in ragione del percorso politico dalla stessa seguito sulla vicenda dei consultori. La stessa avrebbe preso decisioni individuali sulla legge regionale non condivise all’interno della Conferenza.
Emanuela Ghinaglia, Comitato di Cremona.
Richiama il documento già predisposto per la riunione di marzo scorso e opportunamente rielaborato e aggiornato. Evidenzia che i temi dell’identità e della trasversalità sono i più complessi. Si chiede se Snoq debba essere una lobby o piuttosto portatrice di soggettività.
Ritiene necessario che il movimento metta dei paletti in ordine alle questioni sui diritti civili.
Richiama alcune difficoltà nell’operare con altre realtà femminili, come taluni centri antiviolenza che sembrano contrapporsi alle donne di Se non ora Quando.
La questione del come ci definiamo si tramuta dunque nella scelta sulle modalità organizzative: si può optare per il modello della rete o per quello dell’associazione o ancora del cartello. Ad ogni modo appare importante salvaguardare la fluidità.
Espone le posizioni di Mantova, che aderisce al documento di Cremona, e quelle di Lodi che evidenzia difficoltà nel definire l’identità e il posizionamento di SNOQ.
Giuliana Brega, Comitato 13 febbraio di Ancona.
Sottolinea la necessità dell’organizzazione intesa come pratica democratica e capacità di relazionarsi con le istituzioni. Pone inoltre l’esigenza di facilitare la partecipazione dei Comitati agli eventi nazionali cercando di massimizzare tempo e risorse, sempre preziosi. Conferma la criticità delle comunicazioni.
Intende SNOQ come bene comune in grado di costiture massa critica che condizioni i partiti politici, l’agenda di governo e le alleanze.
Invoca la difesa della L. 194 senza condizionamenti e compromessi.
Sostiene che le donne di SNOQ debbano esercitare il controllo di chi aderisce alla  agenda e agli obiettivi del movimento. Posto che la ricerca di una definizione identitaria è una ricerca continua ritiene che l’organizzazione debba contemplare un coordinamento nazionale.
Claudia Bella, Comitato di Roma.
Evidenzia che vi è stata un’interruzione del percorso del movimento. Ritiene che il modello organizzativo come rete sia quello necessario perchè garantisce diversità e ricchezza, oltre che la capacità di dialogo con le altre reti. Permangono i nodi da sciogliere sulla trasversalità (o meglio pluralità) intesa come apertura alle differenze che tuttavia deve essere un metodo e non un obiettivo.
Ritiene necessario l’approfondimento della nostra agenda politica su alcuni punti di merito come base di autonomia nel dialogo con i partiti. Crede necessario non chiudersi entro gli steccati. É contraria ad una lista di donne.
Roberta Trucco, Comitato di Genova.
Ringrazia SNOQ che ha consentito al Comitato genovese di seguire la campagna elettorale per il Sindaco, dimostrandosi soggetto autorevole capace di fare cultura politica di dare strumenti utili per le scelte di voto sia degli uomini che delle donne. I nostri temi, quali la democrazia paritaria, hanno contraddistinto la competizione elettorale. Il Comitato nell’esercizio della sua trasversalità ha invitato tutti i candidati alla carica di Sindaco i quali per la prima volta hanno ascoltato i cittadini. Successivamente all’elezione, il Sindaco Doria ha mantenuto le promesse ed oggi continua ad interloquire con SNOQ. Grazie all’uso del logo e del marchio SNOQ il Comitato ha potuto affittare la sala, promuovere incontri ed interloquire con le forze politiche.  
I Comitati sono una ricchezza e una grande risorsa sui territori: si pone dunque l’esigenza di maggiore coesione e  relazione..
Maria Turi, Comitato Laurìa (Potenza).
Evidenzia come le donne del Comitato non si sentano rappresentate dai politici. E che dunque l’azione è di dare voce a chi non ha voce. In tal senso si qualificano come movimento civico che ha assunto il carico dei problemi del territorio e per includere persone che altrimenti resterebbero fuori dalla partecipazione democratica. Il Comitato è assolutamente trasversale e ogni componente ha i propri spazi politici all’esterno. Opera collaborando con altre associazioni e con gli organi di stampa su battaglie definite, quali quelle referendarie, o sugli approfondimenti sul tema dei rifiuti, sulla legalità.  Chiedono altresì di assistere ai lavori delle assemblee e commissioni per costituire una spina nel fianco della classe politica. Riferisce della raccolta di 4.094 firme per eliminare il vitalizio dei consiglieri regionali. Non esclude la propensione per liste civiche.
Maria Esposito, Comitato di Napoli
Afferma che uno dei nodi centrali è il problema dell’identità. Se è vero che attraverso il movimento è stato possibile esserci e di questo ne siamo contente, occorre capire cosa accade oggi alla vita delle donne italiane. La rete ci chiede di definirci e posizionarci. Le pressioni che arrivano dall’esterno ci impongono di definire meglio i contenuti, per rendere possibile la coesione tra generazioni.
Dal momento che la definizione dei contenuti reca con sé il rischio del conflitto, è necessario confrontarci al nostro interno definendo tempi e modi del confronto.
Si impongono dunque delle regole di relazione tra il CP e i comitati.
Laura Onofri, Comitato di Torino.
Afferma che Mai più complici è stato un grande successo e una testimonianza di esperienza e relazione al nostro interno.
Questo è stato possibile mediante la partecipazione delle componenti torinesi ai lavori del gruppo violenza del CP.
Reputa fondamentale favorire la partecipazione e l’integrazione dei comitati, secondo una logica di continuità e di scambio di esperienze. Occorre alimentare una dinamica positiva che al contempo rispetti la rapidità e che assicuri una cultura politica condivisa.
Rileva l’importanza dell’autonomia dei singoli comitati ma nello spirito della Carta d’Identità elaborata dal Comitato Promotore che tutti hanno condiviso e alla quale hanno aderito per potersi collocare entro Se non ora quando? Occorre creare dunque una linea comune tra i vari comitati. In questa prospettiva Siena è stato un passaggio fondamentale. Sottolinea l’importanza della trasversalità, come garanzia: ricorda le parole dette da Serena Sapegno e la necessità di apertura del movimento a tutte le donne, di tutte le età, fedi, appartenenze. L’importanza della trasversalità consiste nell’essere essa stessa la garanzia che le donne siano soggetto politico.
Nadia Mazzardis, Comitato di  Merano/ Es is zeit
Afferma che il CP ha sempre salvaguardato l’autonomia dei comitati. Il Comitato di Merano si è liberamente costituito in associazione, con donne e uomini al suo interno, per poter operare, chiedere finanziamenti ecc.
Le azioni, il marchio, l’autorevolezza di Snoq specie dopo l’evento nazionale sulla rappresentazione  hanno prodotto risultati molto importanti: l’inserimento di Snoq nella Commissione d’impatto di genere del Comune, l’educazione di genere entro le scuole, le sollecitazioni dell’Ordine dei Giornalisti sulla corretta narrazione dei femminicidi negli articoli di stampa. Evidenzia il rischio che pone la questione identitaria, e ciò sulla base dell’esperienza di una regione che spesso ha avuto fratture a causa delle questioni dell’identità linguistiche. Pone come esempio virtuoso la Catalogna che ha tramutato la questione identitaria in questione di numeri, il quanti siamo, per esserci, per contare.
Richiama il suo vissuto personale e la non identificazione in un’area politica di sinistra: se dunque Snoq perde il carattere di trasversalità perde la visione d’insieme delle donne.
Tatiana Campioni, Comitato di Siena
Afferma che l’organizzazione si pone come sostanza. I principi della trasversalità e dell’inclusione debbono essere riempiti di contenuti. Sarebbe necessario al riguardo capire gli obiettivi strategici che ci identificano.
il 50 e 50 come elemento fondamentale della democrazia paritaria; la lotta alla corruzione; la creazione di un nuovo sistema politico che superi definitivamente le logiche della cooptazione e dei monopoli; l’uguaglianza dei diritti civili concreti. Per quanto riguarda le proposte organizzative rinvia ai propri documenti di marzo scorso. Ritiene non adeguata né sufficiente una partecipazione politica attraverso Facebook.Suggerisce di creare una banca dati comune e condivisa per aree tematiche, oltre ad un archivio comune di eventi.
Conclude proponendo di strutturare SNOQ attraverso la creazione di più livelli d’intervento, sia attraverso comitati regionali, sia attraverso un coordinamento nazionale.
Cristina Comencini, CP.
Chiarisce che il proprio intervento è a titolo personale e non a nome del CP. Afferma che Se non ora quando?, come riconosciuto nel corso dei precedenti interventi, è un patrimonio comune di tutte, di grande valore. Ricorda che il vero inizio non è il 13 febbraio ma prima: al momento in cui è stata concepita l’idea stessa del 13 febbraio.
Quell’idea si fonda sull’accordo tra diverse; solo quell’accordo  è stato in grado di attribuire significato ad una forza delle donne “riconquistata”. E la forza deve essere collocata prima degli schieramenti determinati dalla politica, per determinare la politica stessa secondo una visione di genere, per consentire alle donne di andare al governo.
Quindi l’essere partite dall’idea – chiamiamo tutte le donne sul palco, senza discriminazioni di sorta  – è stato un atto consapevole di autorappresentazione. E proprio quell’autorappresentazione dal potente valore simbolico ha reso credibile la nostra azione, ha convinto migliaia di donne a scendere nelle piazze. In altri termini quell’autorappresentazione di donne era l’Italia stessa, l’Italia unita.
Conclude chiarendo che questa visione a fondamento di Snoq non può né deve essere persa.
Giovanna Pulsano
Spiega che la differenza di genere, grazie alle azioni del Comitato, sta entrando in tutti gli ambiti della vita. La ricchezza e trasversalità debbono essere contemplate e difese. La grande forza del movimento è la sua capacità di inclusione di tutte le donne. Il comitato riesce ad essere un laboratorio di formazione politica in grado di dare consapevolezza e strumenti di interpretazione alle donne che riescono dunque ad optare in piena libertà come schierarsi politicamente.
Viviana Simonelli, CP
Vede SNOQ come movimento plurale, in cui coesistono punti di vista differenti. Il mutare delle condizioni determina anche un mutamento al nostro interno. La diversità deve essere garanzia di forza e non debolezza. Ritiene che non si possano annacquare i contenuti per paura della debolezza. Occorre dunque rivolgersi prima di tutto alle donne, contemplare la trasversalità nella politica come nella religione.La condivisione all’interno del movimento può essere trovata se si parte dalla vita reale delle donne.Ritiene attuale la carta di marzo anche se andrebbe integrata..La democrazia paritaria fondata sul 50/50 non è solo una questione numerica.. Ritiene necessario portare una cultura diversa lo sguardo delle donne che mette al centro della persona la cura, la relazione. Lo sguardo delle donne è fondamentale nel dibattito per il rinnovamento della politica. Afferma che per esserci un’azione politica deve essere anticipata da un atto di denuncia.
Elisabetta Addis CP Ritiene fondamentale la questione dell’organizzazione, rimandata per troppo tempo, cui si accennava nel documento di marzo ma cui non si è ancora messo mano. Propone una rete leggera, per reggere il periodo elettorale, formata da una persona espressa da ciascun comitato con criteti da esso scelti e sempre revocabile, appaiata ad una persona del CP che “adotta” quel Comitato, secondo l’ipotesi di Simonetta Robiony. Queste persone avrebbero responsabilità di mantenere sempre aperti i canali di comuicazione e a far passare rapidamente l’informazione nei due sensi, affiancando e migliorando i compiti di Cinzia e del blog.
Donatina Persichetti del CP:
Affronta due aspetti centrali, identità e organizzazione. Individuazione di macro obiettivi come si è fatto con la dignità delle donne. Snoq come costituente di un paese per donne e con le donne. Necessità di momenti consultivi e di un luogo di decisione rapida. Necessità di allargare la visuale ed uscire dai singoli recinti. Agire nella concretezza, come abbiamo fatto facendo pressione sulle parlamentari. L’organizzazione comune come luogo ideale per la verifica.
Rossana Ciambelli, Comitato di Napoli:
Sensazione di conoscerci meglio. Trasversalità tema che torna. Bene se vuol dire che ci confrontiamo con tutte, male se vuol dire paralisi. Avanzare tenendo al centro i contenuti, L. 194, femicidio, L. 40, Pas,  parità salariale, maternità, età pensionabile, fiscalità…
Margherita SanticchiaComitato di Osimo
Bellissima e nuova modalità che è l’ascolto. Propone di organizzare l’evento prossimo da loro. Grande difficoltà nel rapporto con gli assessori locali. Sforzo da fare. Temi da approfondire: lavoro, maternità ma anche legalità.
Anna Maria, Comitato di Cerveteri,
Abbiamo un anno di vita, abbiamo fatto buone cose, un laboratorio di nuova politica. Propone un archivio tematico. Utile una giornata di presentazione di cosa fanno i Comitati. Non vuole fare il cammino con donne che hanno interiorizzato modelli maschili. Cosa fare? Ci riconosciamo in quel sistema valoriale di cui parlava C. Comencini. Andare in massa al governo del paese, avendo come programma i nostri quattro temi. Sono gli altri che debbono venire da noi. Sull’organizzazione, contatto più assiduo e diretto per evitare gap o vuoti..
Enrica Guglielmotti, del Comitato di Torino
 A favore della trasversalità di Snoq perché le donne sono un soggetto politico omogeneo.  Sui nostri temi dovremmo agire come stimolo controllo e sollecitazione ai partiti. Puppato, Santanchè, hanno un’agenda? il problema è affrontare i contenuti.
Eva Provedel, Comitato di Genova
Segnala l’importanza di coinvolgere i più giovani, anche utilizzando la forza della rete. Rimarca l’importanza del CP, la visibilità nazionale  e l’esigenza di connettersi meglio. Seguire passo passo i candidati renderli consapevoli della questione di genere. Portare grandi numeri di donne nelle istituzioni. A Genova si è fatta la campagna vota donna. Su Puppato si è distinto tra raccogliere firme per lei e sostenerla.  Importante coinvolgere le giovani, solo 2 di loro under 30. Prevedere un calendario comune, tre assemblee generali fisse e dei gruppi di lavoro tematici.
Cinzia Guido del CP
Legge il testo di Pia Locatelli, Snoq Bergamo. Parla della scommessa di continuare ad essere un movimento popolare, una forza di poter parlare a tutti e a tutte e aperte a tutte le contaminazioni. Comitati con una pluralità di esperienze e ciascuno con una identità specifica. Organizzazione necessaria ad avere gambe.. Però mantenere elasticità e entropia creativa. Una organizzazione pesante no, ma un gruppo da affiancare alla comunicazione. Quando andiamo dai Comitati POI siamo in sintonia. Bisogna anche esplorare nuove forme di social network.
Francesca Comitato di Firenze.
Grande desiderio di non essere collaterali a nessuna forza politica ma chiamare tutti i partiti a confrontarsi sui temi delle donne. Costruire subito un gruppo di lavoro che arrivi al prossimo incontro con delle proposte sull’organizzazione.
Francesca Izzo del CP.
La trasversalità non è metodo, ha a che fare con i contenuti: sta nell’aver posto contenuti trasversali. Con la richiesta di dignità/rispetto/amicizia con gli uomini  abbiamo riempito le piazze. L’iniziativa Ora basta lanciata da Concita il 29 gennaio, non era riuscita. Perché? Perchè Snoq ha voluto raccogliere, unire e non spaccare. Qui sta la grande differenza con il passato, la forza del movimento. Ha passato anni a seguire la politica delle donne, a ricercare identità e medagliette: ma questo non ha fatto progredire le donne, non ha migliorato la loro condizione. In conclusione, pone la domanda: vogliamo ottenere con i contenuti la conferma di un’identità che ci rassicura , o mantenere la promessa mandando al governo le donne? E un governo di donne porta quei temi trasversali: come il 50/50 della democrazia paritaria, come il 50% degli investimenti alle strutture sociali.
Ebbene, noi vogliamo governare.
Lunetta Savino CP.
Snoq è costituito da donne diverse. Sul palco del 13 c’è stata questa rappresentazione delle differenze. Per ritrovare quella pluralità di voci bisogna ascoltare. Parlare della precarietà materiale, della flessibilità. Il tema della violenza ha portato un nuovo linguaggio.
Giuliana di Arcilesbica. Grazie perché anche noi possiamo esprimerci. Ci battiamo per la dignità nella nascita, nella morte, nel matrimonio. Chiedere tutto, non necessariamente subito ma tutto. Trasversalità e pluralità di Snoq. Pluralità da portare alle forze politiche. Governare il mondo non solo l’Italia. Roma non è stata costruita in un giorno. Non collateralità. Necessaria struttura che possa assicurare scelte in tempi stretti. Il vero coraggio è affrontare la diversità e pluralità.
Alessandra Bocchetti CP.
La domanda ripetuta dopo il 13 febbraio:  diteci cosa dobbiamo fare. Questa aspettativa ancora non ha trovato una  risposta. Se si ascoltano i bisogni e i desideri delle donne potremmo fare un ottimo programma di governo. Prestare ascolto e indicare regole per un paese in cui ci piacerebbe vivere. Che non sono solo gli asili nido ma la società intera. Radicarsi nella quotidianità. Tirare fuori i punti e non preoccuparsi di essere di destra o di sinistra. Non si governa dalle poltrone, la forza delle donne deve essere pesante FUORI.
Sofia Sabatino, CP
Situazione politica molto complicata. Scollamento della politica tradizionale dalle persone, dalle donne. Raccogliere la rabbia e l’ insoddisfazione. Chiudono asili nido, tolgono borse di studio, però i fondi pubblici sono usati per slot machines e ostriche. Dare un senso alla rabbia. Noi siamo fondamentali, abbiamo una responsabilità: descrivere il paese che vogliamo. Mettere insieme temi di destra e di sinistra. Sulla questione dei diritti civili deve essre chiarito che si sta parlando del mio corpo e della mia vita. Noi pretendere contenuti. Comitati sono la vera forza di SNOQ. Bisogno di incontrare e discutere.
Giuliana Brega, comitato 13febbraio Ancona
Afferma che è necessario gestire le dinamiche di relazione dovute alla frammentazione del CP. Importante vederlo frammentato. Ogni volta che si pensa al 13 si pensa al palco di Roma ,ma c’erano i palchi locali. Noi abbiamo letto Pericle, abbiamo difeso la  Costituzione. Capire per dare fiducia, affidarsi. Non divergere ma differenziarsi. Ha sentito qui l’eco di Paestum. Dare spazio all’elaborazione di un pensiero comune. Possiamo stare 100 anni a definire trasversalità ma l’importante è il  pluralismo. Sui referendum abbiamo preso posizione, sulla Libia non eravamo d’accordo, siamo andate in Piazza con Lidia Menapace.
Intervento conclusivo Luisa Rizzitelli CP.
Valutazione positiva della riunione appena avvenuta, che ha rivelato la volontà di tutte di continuare insieme in una dinamica di ascolto reciproco, nonostante le differenze su alcuni punti. Per cui procedere stando unite, facendo la testuggine come nel rugby. Si chiede ai comitati di produrre un documento e inviarlo entro il primo dicembre, in modo da fornire al comitato promotore gli elementi per formulare una proposta da presentare in una riunione il 15 dicembre. Rimandare le questioni di organizzazione a dopo perché il 15 non ci sarebbe abbastanza tempo.
La seduta si chiude alle 17,00
Cinzia Guido, per il Comitato promotore Nazionale SNOQ


 

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