sabato 16 febbraio 2013

non fermatevi.

Ora avete visto. All’alba del 14 febbraio 2013 le prime a danzare contro la violenza sono state le donne in Papua Nuova Guinea. Assieme al sole, la danza ha attraversato l’Australia, l’Asia, l’Africa, l’Europa e le Americhe. Avete visto in video le ragazze di Kolkata, Vandana Shiva e Kamla Bhasin sul palco a Nuova Delhi, le bambine in Ecuador, le ballerine di Singapore, la straordinaria manifestazione nelle Filippine. Avete visto Eve Ensler in Congo. Avete visto Luciana Litizzetto a Sanremo e forse persino me e le mie amiche e le mie nipotine in Campo S. Geremia a Venezia. Sapete che le Nazioni Unite e il Dalai Lama hanno aderito. Migranti, lavoratrici domestiche, infermiere, medici, stelle del cinema e dello sport, primi ministri, politici, sindacalisti… tutte/i hanno detto “La violenza finisce ora” sulle note di “Break the chain”.
Ora avete visto, e l’anno di lavoro di One Billion Rising, di Eve Ensler e del suo staff, di chiunque abbia organizzato, scritto, ballato in qualsiasi angolo del pianeta, ha dato il più completo e meraviglioso dei frutti: è la più grande azione mondiale contro la violenza di genere di tutti i tempi, un’azione che ha attraversato confini geografici e culturali toccando come un’onda irresistibile 202 nazioni.
obr india
Ora avete visto. Siete andate in strada a ballare. Non avevate paura. Non avevate vergogna. La vostra bellezza mi ha accecato di lacrime di gioia dovunque vi abbia guardate, chiunque voi foste: donne del Sudan, ragazze della Nuova Zelanda, la nonna che ballava al mio fianco con la nipotina di un anno in braccio. Il vostro mondo è cambiato. Non fermatevi. Da domani è il momento di rilanciare.
Negli Usa, il movimento che si è creato attorno a One Billion Rising sta chiedendo sia di nuovo autorizzata la legge sulla violenza contro le donne. In Gran Bretagna, la parlamentare Stella Creasy ha introdotto per la discussione una legge per l’educazione sessuale e l’ha chiamata “One Billion Rising Act”. Nelle Filippine, le sindacaliste che hanno partecipato alla sollevazione globale hanno chiamato in causa la violenza economica contro le donne, ricordando che le scelte economiche neo-liberiste globali stanno costringendo donne sostenitrici primarie delle loro famiglie a scegliere fra la la loro salute e il benessere dei loro figli.
Non fermatevi. Dobbiamo ottenere che il nostro paese onori tutti gli impegni che ha preso in sede internazionale sulla violenza di genere. Dobbiamo ottenere che le raccomandazioni della speciale inviata delle Nazioni Unite Manjoo sulla violenza contro le donne in Italia siano seguite. Dobbiamo ottenere educazione al genere e ai diritti umani nelle scuole (di ogni ordine e grado, come si dice in linguaggio burocratico). Dobbiamo ottenere formazione al genere per magistrati, personale sanitario, forze dell’ordine. Dobbiamo ottenere un codice di condotta per i media che contrasti la violenza contro le donne anziché favorirla, scusarla, riderci sopra. Dobbiamo ottenere riconoscimento ufficiale per tutte le donne che sino ad ora hanno lavorato contro la violenza, quelle che hanno aperto case e rifugi, che hanno attivato linee telefoniche, che hanno accolto e curato e studiato per anni, che sono le vere esperte della situazione italiana: dobbiamo ottenere finanziamenti per le strutture che queste donne hanno costruito e mantenuto funzionanti.
Non fermatevi. Non fermiamoci. La sollevazione è appena cominciata e l’8 marzo non è lontano. Maria G. Di Rienzo

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