venerdì 1 giugno 2012

Finanziamento pubblico: basta con le tutele al ribasso, il Senato corregga il testo

Roma, 28 mag – E’ stato approvato alla Camera un emendamento alla legge sul finanziamento pubblico ai partiti che prevede la diminuzione del 5% dei contributi spettanti al partito o movimenti le cui liste non rispettano la soglia dei due terzi (i candidati dello stesso sesso non devono superare il limite dei due terzi).
Vorrebbe essere una misura favorevole alle donne, scoraggiando la composizione di liste tutte maschili, ma è solo ipocrita e offensiva. Il Parlamento continua a non capire che non è più il tempo di dispensare briciole. In assenza dell’obbligo di adeguare gli statuti dei partiti ai principi della democrazia paritaria, l’esiguità della penale e la mancanza di sistemi di premialità per i partiti virtuosi che garantiscano il 50 e 50 nelle liste rende la norma inefficace e del tutto inadatta agli obiettivi della parità di accesso alle cariche pubbliche dettati dall’art. 51 della Costituzione, dal Trattato UE e dalle Convenzioni internazionali.
Il testo passa ora al Senato. Chiediamo che in quella sede la norma sia radicalmente corretta.
Non si esce dalla profonda crisi di legittimazione che investe la rappresentanza politica con miseri ritocchi che evocano vecchie tutele al ribasso. La salvezza di questo Paese non può più prescindere da un accesso pieno alla cittadinanza politica delle donne.

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