martedì 26 giugno 2012

Rai: Se Non Ora Quando, appello per 50% donne in Cda in vista del voto di domani in Commissione di Vigilanza

Claudia Fascia(ANSA)
Il 50% di donne nel Consiglio di amministrazione e una nuova missione culturale della Rai. E’ l’appello lanciato dal Comitato Promotore ‘Se non ora quando’ al presidente della Commissione di Vigilanza Sergio Zavoli, in vista del voto in programma domani sui sette consiglieri del cda
della tv pubblica.
”La questione legata ai vertici Rai – spiega Cristina
Comencini del Comitato promotore – non e’ solo una questione di nomine e potere, ma riguarda le donne, le loro vite, il loro futuro. Noi vogliamo allargare il discorso, cambiare la
rappresentazione della donna nella societa’. La Rai – continua la scrittrice e regista – puo’ dare inizio a una nuova visione della donna. Il ’50 e 50′ nella tv di Stato – che e’ specchio dell’Italia -, deve dare il via per un ’50 e 50′ ovunque. E’ una grande occasione che non va sprecata”.
L’obiettivo che si pongono le promotrici, appoggiate da
parlamentari donne di tutti gli schieramenti politici – da
Giulia Bongiorno (Fli) a Livia Turco (Pd), da Lella Golfo (Pdl) ad Alessandra Tibaldi (Idv), presenti questa mattina alla conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa ‘Se non ora quando? Una Rai per le donne, una Rai per l’Italia’, a Roma – e’ di creare una sorta di road map, che porti la democrazia paritaria prima in Rai e poi a cascata anche alle elezioni.
”La sfida e’ seria – spiega Valeria Fedeli, sindacalista e
tra le fondatrici del movimento -, il tema complesso. Saremo
pronte a monitorare le azioni delle forze politiche all’interno della Commissione di Vigilanza. Siamo a un punto di svolta e la prima sfida e’ domani: all’ordine del giorno ci sia il 50% di nomine alle donne. Vediamo chi davvero condivide, non solo a parole. Questa e’ una battaglia che ha un significato democratico e anche politico”.
Sul fatto che quella di domani sia una prova del fuoco delle
buone intenzioni e’ d’accordo anche Flavia Perina (FLI), membro della Commissione Vigilanza: ”In Commissione su 40 membri, solo 2 sono donne, io e Giovanna Melandri. E in Rai, dove il 50% dei giornalisti e’ donna, solo il 4% di loro raggiunge livelli dirigenziali. C’e’ un’evidente discriminazione, anche se la nomina di Anna Maria Tarantola a presidente dell’azienda fatta dal premier Monti e’ un segno di discontinuita’ rispetto al passato”.
Questione di numeri, ma non solo. Per Emma Bonino (Radicali)
e Giulia Bongiorno (FLI) trasparenza e merito sono criteri da
cui non si puo’ prescindere. ”Si guardino i curricula – dicono entrambe – di donne di valore ce ne sono, eccome”.
Per Livia Turco si tratta di ”un’iniziativa molto
importante, una battaglia per la presenza femminile che va
condotta con determinazione. E’ un’indecenza nazionale l’assenza di donne nel consiglio di amministrazione Rai. Bersani – continua Turco – chiedendo il coinvolgimento della societa’ civile ha fatto un gesto senza precedenti. E’ un segnale unico, che pero’ gli altri partiti non stanno seguendo.

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