COMUNICATO STAMPA
Nel mese di marzo un gruppo di donne
appartenenti a sigle sindacali, partiti politici ed associazioni provinciali
avevano promosso una modalità tutta nuova di ricordare la ricorrenza
dell'8marzo: meno mimose e maggiore
impegno.
L'argomento in questo caso riguardava
il tema delle dimissioni in bianco, un fenomeno che tocca anche il nostro
territorio e che colpisce in modo particolare giovani donne, costrette a
firmare, congiuntamente al contratto di assunzione, anche una lettera di dimissioni
senza data, una sorta di cambiale in bianco che mette al riparo alcune aziende
da possibili assenze prevalentemente legate alla maternità .
La petizione in pochi giorni aveva
avuto in provincia il sostegno di più di 1200 firme ed era stata inviata al
Ministro Fornero, ai Presidenti di Camera e Senato, ai Capigruppo di entrambi i
rami del Parlamento.
Oggi apprendiamo che il testo è stato
annunciato all'Assemblea della Camera dei Deputati ed è stata assegnato, per la
discussione, alla XI Commissione lavoro.
Adesso assume grande importanza che su
questo tema ,che è stato per alcune settimane al centro della cronaca nazionale
e locale, non scenda il silenzio.
L'argomento
è stato affrontato all'interno del DDL sul mercato del lavoro, ma il suo
contenuto non ci soddisfa.
Solleva, infatti, molti dubbi la
capacità del testo stesso di combattere l'abuso di potere legato alla pratica
di far firmare una lettera di finte dimissioni volontarie al momento
dell'assunzione. E fa rimpiangere la semplicità e l'efficacia della Legge 188/
2007 abrogata dal governo Berlusconi nel giuno 2008, dopo una breve esistenza.
Suscita,
inoltre, perplessità il tentativo,peraltro pasticciato, di derubricare l'abuso
delle firme estorte in reato aministrativo.
Questo è certamente un articolo del
disegno di legge sul mercato del lavoro che va modificato.
L'attenzione alla condizione femminile nel nostro Paese è,
pertanto, lungi dal trovare soluzione o comunque la necessaria attenzione.
Ne abbiamo avuto conferma con le ultime
elezioni amministrative che hanno visto
nella nostra provincia un arretramento della rappresentanza femminile.
Nei comuni dove si sono rinnovati i
Consigli comunali si è passati da 21 consigliere a 19, con un unico segnale
positivo rappresentato dall'elezione di una donna a sindaco a Casarsa della
Delizia.
In una provincia quale quella di
Pordenone dove la percentuale delle consigliere comunali arrivava a poco meno
del 17,8% e di quelle provinciali al 4% ,questo risultato
dovrebbe suonare come un campanello di allarme
e chiamare ad una maggiore coerenza la classe politica locale fra il
dire e il fare.
Speriamo si faccia molto meglio nella
scelta dei componenti le singole giunte.
Pordenone
23 maggio 2012
Il Comitato prov.le
a sostegno della L. 188/2007
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